La pandemia da coronavirus ha colpito duramente il tessuto socio-economico italiano, specialmente quelle piccole e microimprese che caratterizzano l’ossatura dell’imprenditoria nazionale. Sui 5,2 milioni di imprese presenti sul territorio nazionale, 1,7 milioni sono infatti microimprese che contano in totale ben 4,3 milioni di lavoratori.
Le microimprese in pandemia
Le microimprese sono una realtà consolidata nel panorama imprenditoriale italiano, e il loro impatto in termini occupazionali e di PIL è rilevante per l’intero sistema-paese. La crisi sanitaria, però, ne ha messo a rischio la sopravvivenza. Lo abbiamo visto in tutte le nostre vie e piazze cittadine, dove molte saracinesche sono state costrette ad abbassarsi durante i vari periodi di lockdown, alcune delle quali drammaticamente destinate a non rialzarsi più.
La Liguria non fa eccezione: nel 2020 le microimprese costrette a chiudere sono state 2.733 su tutto il territorio regionale. A Savona 550, 423 a Imperia, 380 alla Spezia e ben 1.380 a Genova. Sono dati che si inseriscono in un fisiologico calo del settore, ma che stanno comunque a simboleggiare il momento di grossa difficoltà delle realtà più piccole.
La ripresa: tra rischi e opportunità
Con il proseguimento della lotta al virus, però, lo scenario sembra finalmente destinato a migliorare. L’avanzamento delle campagne vaccinali renderà infatti possibile procedere con delle nuove graduali riaperture più durature e consistenti. Per le microimprese la necessità odierna è quindi quella di farsi trovare pronte per il momento in cui i consumi “fisici” e di “prossimità” potranno riprendere a pieno ritmo. Sarà infatti fondamentale arrivare preparati al momento in cui si comincerà a tornare alla normalità.
Tuttavia, al momento, molte delle realtà più piccole sono ancora alle prese con difficoltà immediate ed impegnative come la protezione della propria attività e la sicurezza dei dipendenti. Sono problematiche che vanno adeguatamente gestite e superate per poter agganciare i driver di ripresa individuati nell’analisi multi-finanziaria Ipsos 2021. Tra di essi: le onnipresenti opportunità del digitale, la possibilità di puntare sull’export e quella di sfruttare il turismo di prossimità che si attiverà con l’arrivo della bella stagione.
Il ruolo dei consulenti assicurativi
I consulenti assicurativi oggi devono quindi essere in grado di comprendere queste necessità e di comunicarle anche a quelle realtà più piccole che, spesso, non hanno nemmeno il tempo e la possibilità di informarsi adeguatamente. Il ruolo del consulente assicurativo è infatti diventato anche quello di interpretare le istanze delle microimprese, facendosi parte attiva delle necessità di questo ecosistema che permea le nostre città. Senza le microimprese non si potrà parlare di un vero ritorno alla normalità.
Per farlo, occorre immedesimarsi e sviluppare soluzioni flessibili e facilmente accessibili, in grado di aiutare gli imprenditori non solo a superare questo momento di difficoltà, ma anche di fornirgli un partner solido, esperto ed affidabile. Dalla protezione degli archivi digitali; fino alla business continuity, al welfare e all’orientamento nel panorama amministrativo.
Sono tutte attività che oggi assumono ancora più importanza proprio perché per gli imprenditori è fondamentale potersi concentrare sulle possibilità offerte dalle, speriamo imminenti, riaperture. Ed è anche un’occasione per gli assicuratori di sviluppare soluzioni in grado di essere gestite in maniera comoda e flessibile: ad esempio in remoto tramite app, o tramite la combinazione di diversi tipi di servizi e garanzie specifiche per le esigenze di ogni realtà.
Generali si pone da sempre come partner di vita, ed è pronta a mettere a disposizione delle piccole realtà tutta l’esperienza maturata in oltre 190 anni di attività.
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