PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Un futuro sereno per te e per i tuoi cari

Il nostro futuro demografico

In Italia siamo sempre meno, mentre l’età media sale. Le previsioni Istat per la popolazione aggiornate al 2021 confermano una netta decrescita: dai 59,2 milioni del gennaio 2021 si passerà a 57,9 nel 2030 – una caduta di 1,3 milioni, quindi – per scendere a 54,2 milioni nel 2050 e a 47,7 nel 2070. In meno di 50 anni la popolazione italiana diminuirà di 11,5 milioni, una cifra pari alla popolazione del Belgio. Già nel 2021 le nascite sono scese sotto quota 400mila, un livello compatibile con un paese di 32 milioni di persone, non di quasi 60.

Anche la struttura della popolazione cambia: il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) è stato calcolato di circa 3 a 2 nel 2021, ma si stima che nel 2050 scenderà a circa 1 a 1. Se in passato i genitori che stavano invecchiando potevano contare sui figli come loro “bastone della vecchiaia”, adesso è la vecchia generazione che deve offrire un sostegno economico a figli e nipoti.

I cambiamenti demografici che interessano il Paese si riflettono anche sulle finanze dei cittadini. Vivere più a lungo è sicuramente una buona notizia, ma la longevità comporta anche la necessità di garantire ai cittadini risorse finanziarie sufficienti per sostenersi così a lungo. Tutto ciò metterà a dura prova i sistemi di welfare pubblici: aumenterà la popolazione oggetto di cure sanitarie e i sistemi previdenziali subiranno maggiori pressioni perché l’allungamento della vita, combinato con il calo della natalità, provocherà un crescente squilibrio tra occupati che lavorano e mettono da parte e pensionati.

Welfare pubblico, un sistema in crisi

La spesa pensionistica in Italia è in crescita da diversi anni e questo ha determinato un problema per la sostenibilità del sistema di welfare pubblico. L’Italia spende infatti circa il 17% del PIL per pagare le pensioni. Più di tutti gli altri Paesi dell’Eurozona, come conferma l’Ocse.

L’Italia è un Paese che invecchia rapidamente

I dati del Rapporto Istat 2022

INIZIO 2022

14 milioni e 46 mila

Individui di 65 anni e oltre

23,8%

della popolazione totale

NEL 2042

19 milioni

Individui di 65 anni e oltre

34%

della popolazione totale

I grandi anziani, con almeno 80 anni, superano i 4,5 milioni e la popolazione con almeno cento anni raggiunge le 20 mila unità, essendosi quadruplicata negli ultimi 20 anni; tra vent’anni avremo quasi 2 milioni in più di persone con almeno 80 anni, mentre i supercentenari triplicheranno raggiungendo quota 58 mila e 400 unità.

La nostra aspettativa di vita è aumentata allungando di conseguenza il periodo di erogazione delle pensioni. La riduzione delle nascite e il posticipato ingresso nel mondo del lavoro, con attività spesso precarie e carriere discontinue, comportano uno scenario in cui escono dal mercato del lavoro più persone di quante ne entrano. Il sistema previdenziale italiano, basato sul trasferimento di risorse dai lavoratori attivi ai pensionati, si trova quindi in difficoltà e faticherà sempre di più in futuro.

Secondo il XXI Rapporto Annuale INPS del 2022, nel 2021 l’importo lordo annuo di oltre il 50% delle singole prestazioni pensionistiche è stato inferiore ai 12.000 euro. Il che significa meno di 1.000 euro di pensione al mese. Per quasi il 40% dei pensionati il reddito pensionistico è comunque ben al di sotto di tale soglia, dal momento che oltre il 35% dei pensionati ha ricevuto più di una prestazione.

La rendita pensionistica obbligatoria non sarà quindi sufficiente a mantenere un adeguato tenore di vita al termine dell’attività lavorativa, tenendo anche conto del fatto che con la vecchiaia aumentano le spese sanitarie e quelle legate alla non autosufficienza. Conviene quindi pensare fin da ora alla possibilità di integrare la pensione pubblica.

Previdenza complementare:
cos’è e come aderire

Esistono varie forme di previdenza complementare a cui tutti possono aderire su base volontaria e che si adattano alle esigenze di ognuno. Lo scopo è quello di provvedere al proprio futuro garantendo a sé stessi e ai propri cari risorse sufficienti una volta raggiunta l’età della pensione e tutele economiche in caso di necessità.

Considerato l’attuale scenario pensionistico e i gap previdenziali che genera, è opportuno che tutti i lavoratori valutino come rafforzare la loro pensione futura.

In aggiunta alla pensione pubblica a cui tutti abbiamo diritto in qualità di contribuenti, possiamo decidere di sottoscrivere, in forma privata e volontaria, una pensione integrativa. Inizieremo così a costruire, anno dopo anno, una “pensione di scorta” che potremo riscattare al momento opportuno e che ci garantirà negli anni della pensione un migliore tenore di vita, pari a quello che potevamo permetterci di condurre negli anni di lavoro attivo.

Perché attivare un
Piano Integrativo Pensionistico?

Perché puoi garantirti un reddito sicuro alla fine della tua vita lavorativa, investendo la cifra che ritieni più adeguata

Perché puoi decidere tu il periodo in cui investire, in totale libertà e sicurezza

Perché il denaro che investi andrà a integrarsi alla pensione che ti spetta di diritto, mai a sostituirla

Perchè potrai, in caso di particolari necessità specifiche, richiedere anticipi e riscatti prima dell’età pensionistica

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